Courmayeur (1911) |
I paesaggi
Intensa, al contrario è l’attività paesaggistica che occupa una consistente fetta della vita dell’artista, soprattutto nell’ultima parte della sua vita. Il suo “riprendere” il paesaggio attiene ai dettami di una accademico vero purista: pulito, lineare, con coloriture nitide, nette e sicure. Secondo questi principi costruisce le vedute di Venezia, di cui “Pescatori in laguna” è proverbiale per la sua intensità; i paesaggi dell’allora campagna bolognese, “Sul Reno” e “Mattino sul fiume (Pontelungo)”; come pure la serie del Cadore con il Monte Pecol che fa da fondo e quella del “Mulino d’Igea”. La stessa tecnica la utilizza nelle immagine urbane, come in “Conceria in via Capo di Lucca”, di cui esiste uno studio la cui ripresa è dalla strada e non dal canale.
Faccioli, per formazione, prima di cimentarsi nell’opera definitiva prepara degli studi. Lo “studio”, quindi, è uno strumento di lavoro fondamentale e non eludibile. In tutte le sue opere, questa realtà è chiara, palese. C’è lo “studio” e c’è l’opera finita. Sono del parere che questo assioma non valga per i paesaggi. Esistono degli oli su cartone che sono delle opere concluse, finite, dei dipinti fine a se stessi. “Via Rizzoli”, “Il mercato di mezzo”, “La scaletta nel giardino”, i due “Il platano nel parco di villa Giulia”, “Antica stradina bolognese” seguono la libera emozione, costruiti su “impressioni”. I colori sono quelli reali, propri del bosco, del prato, delle foglie, della strada sterrata, della pietra, delle tegole, delle case consunte dal tempo; le luci, come sempre, sono quelle naturali, senza trucchi di costruzione. In questi dipinti, ciò che Faccioli concede alla pittura sono i grumi di impasto, le schegge di pennellate, gli abbandoni della materia. Come quando si cimenta nel bozzetto. Ma quello che imprime è qualcosa molto di più che un bozzetto: la libertà. E così, nello stesso modo, seguendo questo istinto compositivo, sono dipinti i due trittici: “Lago di montagna”, “Albero”, “Lago alpino” e “Chiusa”, “Villa con collina”, “Lago di montagna”.
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